La favol(ett)a di Lorenzo AKA Almond

Certezze? ......Nessuna!

Direzione Muro

(da un post del 21 luglio 2020)

Probabilmente i famigliari, quando li stavamo salutando, non ci credevano ancora che stesse accadendo davvero: i figli che partivano per Berlino con tanti preparativi quanti se ne fanno per andare a mangiare un gelato a Pescara.Probabilmente i primi a non crederci ancora erano gli stessi ragazzi in partenza.Fatto è che molto probabilmente andando in campeggio si sarebbero portati qualche zaino in più, la Peugeot 405 berlina sarebbe stata sottoposta a check completo in officina, non un semplice rabbocco d’olio; si sarebbero preparati con cura tutti i documenti necessari, patente, carta d’identità, carta verde dell’assicurazione, assistenza sanitaria e chissà cos’altro.Invece si stavano semplicemente mettendo in macchina per fare 1547 km ed arrivare entro un orario decente a…Potsdamer Platz – Berlino – Germania Centrale, tra Est e Ovest Quindi il motore si avviò, le porte si chiusero, la marcia ingranata impresse il moto alle ruote, e l’auto andò.Andò sulla Provinciale, poi attraverso il casello andò in Autostrada, andò su viadotti e sotto gallerie, andò per le Marche, l’Emilia Romagna, Lombardia, Veneto e Trentino Alto Adige.In dogana non ci credevano neanche i doganieri che loro fossero lì e avevano intenzione di andare a Potsdamer Platz – Berlino – Germania Centrale, tra Est e Ovest . Non ci credevano che in macchina non c’era “fumo” ma c’era solo il fumo delle siga e tanta voglia di andare. Non ci credevano che sarebbero passati con le carte d’identità ritagliate ai bordi per farle stare negli striminziti portafogli o addirittura scadute prima che decidessero di partire. Ma alla fine hanno capito che dovevano arrivare la in un orario decente e li hanno lasciati andare, che si vedeva che facevano il tifo per loro e si vedevano anche le vignette dei loro pensieri dove c’era scritto “Buona fortuna, ragazzi. Che Dio vi aiuti!”. L’auto andò poi all’estero. E li impararono velocemente che non esiste nessuna città in Germania chiamata Ausfahrt, garantito! Era scritto su tutte le insegne nei pressi delle uscite autostradali, ma sul De Agostini e sulla Michelin non ve ne era traccia..All’estero impararono che i cartelli si rispettano e lo capirono vedendo le auto teutoniche sorpassarli a velocità folli per poi inchiodare letteralmente alla vista di un limite 130.All’estero convennero che non era il.caso fare pipì oltre il guard-rail dell’Autobahn osservando piantagioni sterminate di luppoli mai visti prima: alla semplice estrazione dei membri dalle patte piombavano volanti della Polizei a cercare di capire quale problema li avesse fermati in piazzola di sosta.All’estero dell’Est conobbero il mamto autostradale fatto in lastroni di cemento, videro il nerofumo che copriva le mura di ciò che avrebbe dovuto essere un’area di servizio, con il ristoro affidato a un chiosco con un enorme marmitta di foggia militare in alluminio con dentro mezzo ettolitro d’acqua a bollire enormi e pallidi wurstel.All’estero dell’Est furono osservati, scrutati, studiati, probabilmente invidiati insieme ad altri occidentali che viaggiavano verso Potsdamer Platz – Berlin – Germania Centrale, tra Est e Ovest da una colonna di Trabant lunga chilometri, con dentro degli umani ingessati nelle loro camicie a maniche corte, con o senza cravatta, timidi anche a girarsi che si giravano solo gli occhi per capire come sarwbbe diventata nel prossimo futuro la loro vita, giacchè il Muro era stato buttato giù e nessuno aveva voglia di riedificarlo. Non gli umani in Trabant che viaggiavano verso sud, non gli umani senza Trabant sui cavalcavia, eccitati a veder auto di metallo, colorate, moderne, con dentro le autoradio che suonavano e gli umani che cantavano rock, sbragati dentro le t-shirt, con le braccia fuori dal finestrino e le risate fuori dalla gola.Senonchè i chilometri percorsi divennero 1547 e i ragazzi potevano dire che erano arrivati e restava solo da cercare i biglietti per attraversare quel Check Point Charlie dei film di 007 o della guerra fredda.Oh, che lezione quel viaggio! Lezione di vita, di geografia, di sociologia, di politica.Oggi sono trenta anni. 30Quei ragazzi nel tempo divennero noi, che oggi stiamo qui a ricordare e raccontare.E a noi, a me, Johnny Walker , Nicola Paolucci , Lino Olivastri potete crederci. Tranquilli! 😎

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