La favol(ett)a di Lorenzo AKA Almond

Certezze? ......Nessuna!

Passaggio al CSM

Ancora che mi taglia la strada!
Ancora che si mette di fronte a me, a farsi notare! Sfacciato!
Mi aprono ed entro a passo svelto. Lo stanzino è a pochi passi, lungo il corridoio di solito inanimato.
Di solito le attività le svolgono nelle due stanze di Day Hospital e nell’ambulatorio. Di solito i casi sono sui letti o seduti sulle panchine dell’altro corridoio.
Stamattina invece “lui” si è fatto trovare li, due passi dopo il “mio” stanzino, su una barella del PS in attesa di consulto.
Stamattina “lui” mi si presenta nelle fattezze di una ragazza sui vent’anni, alta, magra quasi gracile, con due occhi neri che pur non volendo incrociano e sostano un po’ nei miei occhi mentre sto entrando.
Una donna, certamente la madre, di spalle a me, accompagna e cerca di governare i movimenti incontrollati del corpo della ragazza, rassicurandola con parole ancora dolci.
Non vedo tratti di tetraplasia, ne convulsivi. Il mio sguardo di non addetto ai lavori mi fa pensare che la ragazza sia in questo stato da poco, non dev’essere una patologia datata. Mi sembra uno stato di panico, mi sembra un urlo lanciato in uno spettro a noi non udibile.
Il corpo si muove tutto, dai piedi ai muscoli facciali, e i movimenti sono sinuosi e non affrettati. Sembra un’anguilla che nuota su quella barella, senza guizzi, ma in un continuo che non lascia prevedere quale posizione stia cercando.
La madre riesce ad avere la meglio su quei torcimenti, in quei pochi secondi in cui io svolgo il mio lavoro, e la trovo ad accarezzare la figlia allungata, ma ancora sguisciante.
Passo e non posso fare a meno di dare un flebile buongiorno e “lui” trova il modo di allungare il fendente. La ragazza torce il capo come per guardarmi. I suoi occhi neri, tutti in alto per guardarmi, conservano un aspetto grazioso e intenso, non sembrano spiritati.
8 decimi di secondo? Forse un secondo intero? È ovvio che sono solo impressioni. È ovvio che non è dialogo, non è analisi, non è confidenza. Cosa possono raccontare in otto decimi di secondo due occhi neri e profondi, in un corpo grazioso, governati da una mente che sta lottando con “lui”, col Disturbo Mentale?
“Aiuto!” oppure “Ma vuoi farti i c… tuoi?”
“Ehi, piacere! Io sono Gaia! Tu?”
oppure “Ecco un altro che rompe le p… !”
“Mi piacerebbe parlarci e raccontarti la mia vita” oppure “Lasciatemi sola a contemplare questa non vita”
Non so, ma di certo quegli occhi hanno tanto da dire. Forse un giorno la ragazza troverà anche il modo di affidare quei messaggi alla voce, grande assente in tutta questa scena.
Non so.
Fatto sta che “lui” è li.
È tutt’intorno.
E si fa notare.
Bastardo!

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