La favol(ett)a di Lorenzo AKA Almond

Certezze? ......Nessuna!

13 settembre 2023 🖤

🖤🖤🖤
Troppo accelerati, forse, i miei giorni.
Lavoro (solita divisa, solito giro e poi, nel tempo avanzato, modalità jolly fino a ben oltre il fischio della.sirena, per passione), famiglia (moglie e figli), famiglia (mamma e fratello) vita mia, vita di contrada.
Troppo accelerati, probabilmente e ahimè, per questa età.
A volte è bello perfino: come quando all’improvviso arriva un ospite di riguardo e chiudi il soffietto del cucinino per celare alla vista le stoviglie da lavare ancora. Ma intanto stanno lì.
Così è per le cose che potrebbero essere impegnative ma non sono nelle priorità.
E intanto la vita passa.
Non rallenterò, neanche stasera. Il treno va, anche stasera.
Grazie a Dio.

Per un lancianese oggi, ogni 13 settembre, è un giorno particolare. Come il Giovedì Santo (mica il Venerdì di tutta la cristianità), come il 23 Dicembre (mica il Natale di tutta la cristianità).
Il 13 di settembre, a Lanciano, è più importante della festa patronale, fissata con bolla papale al 16 di settembre.
Il 13 di settembre, a Lanciano, non si dorme. O ci si alza prima dei fuochi, incendiati alle 04:00 (si, di mattina, si! ) e della processione, e della pizza alla lancianese (pizza coperta con peperoni arrosto e alici) al mercato coperto.
A Lanciano il 13 settembre è la boccata d’aria con cui il sub riempie i polmoni prima di immergersi.
È così dal 1833.
Anzi no: è stato così dal 1833. Poi, di recente, c’è stato il Covid.
Poi stamattina c’è stato il botto.

Troppo veloci questi miei giorni, in preparazione delle Feste di Settembre, dopo appena 5 giorni dal Dono.
C’è stato l’ennesimo botto, stamattina, in quella fabbrica che delle Feste di Settembre ha contribuito a fare la storia con i suoi fuochi d’artificio, decenni fa, e che ha continuato a specializzarsi in esplosivi di ogni tipo, anche – soprattutto – esplosivi bellici.

Chè un’esplosione può essere festosa o tragica. Qui dovrei rallentare e pensare

Ché la tragicità di un’esplosione possa essere tragica in lontani scenari di guerra, le cui immagini ci sembrano così sfocate, sbiadite dal nostro vivere in opulenta pace. Qui dovrei rallentare e pensare.

Ché la devastazione di un’esplosione possa accadere nelle nostre campagne, in casematte celate alla vista da lontane recinzioni e prudenti argini di terra. Qui dovrei rallentare e pensare.

Ché un’esplosione devasti famiglie della mia città o di paesi vicinori, che strazi la vita di mie amiche rendendole vedove o orfani gli amici dei miei figli. Occorre che mi fermi un attimo e che io ci pensi.

Ecco dunque che la Nottata, quella delle giostre, con l’autoscontro e con la nave, con la ballerina e il tagadá, dove dai tempi della gioventù ho visto lavorare Roberto e Fernando, da oggi saranno un po’ diverse. Oh, si, Roberto già da qualche anno già non c’era più, vinto dalla malattia. E anche Fernando, già da tempo, non ne faceva più parte, forse per la famiglia, forse per la “maturità”.

Fernando. Morto nell’esplosione, oggi, 13 settembre, il giorno della nottata. Che quest anno non ci sarà.

Io per ora sto fermo e penso. Ma domani riparto. Domani riaccelero. Domani troverò il modo di chiudere per un po’ la porta a soffietto del cucinino, dove fra poco riporrò i ricordi di gioventù con Roberto e Fernando. Ma quelli stanno la, e prima o poi gli devo render conto.
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