La favol(ett)a di Lorenzo AKA Almond

Certezze? ......Nessuna!

Una zia e un mio tramonto

(Da appunti presi a fine aprile 2021 – che pur era tempo di COVID, ma non c’entra nulla)

Quanti attimi di vita presente ci sfuggono, presi che siamo a pensare a ciò che dovremo fare poi?

Immagini?
Poter immortalare le sensazioni evocate da alcune visioni, soprattutto quelle inaspettate, che ti rimettono in pace col Mondo!

Stasera, sul finire della movimentata giornata di lavoro, stravolgo i programmi e mi concedo una divagazione, fermandomi e passando una mezz’oretta con una cara zia che abita sulla via del rientro.

Star seduti sul pianerottolo d’ingresso della bella villa, parlare e riconoscerci legati da affetto reciproco, sebbene mai dichiarato con un ‘Ti voglio bene’ o con baci e abbracci (non è nostro modo), ci fa sentire bene.

Tra il “Come stai?” – “Bah, non ci lamentiamo!” e il “Che fanno i ragazzi? Non li vedo mai” – “E che ne so, anch’io ormai non li vedo più ” c’è la pacatezza di un caffè alla moka e la dolcezza delle “Sposette”, le meringhe con le noci che solo la sorella sapeva fare meglio.

L’altra zia!

Avessi preso qualche altro caffè, con lei! Ce ne fossimo fatte altre di domande, sempre le stesse e date di risposte, sempre quelle!

Avremmo avuto modo di riconoscerci legati da affetto reciproco, sebbene mai dichiarato con un ‘Ti voglio bene’ o con baci e abbracci (non era nostro modo).

A bassa voce la coscienza mi sussurra di riconoscermi nipote imperfetto. A volte è inopportuna nel suo tempismo, nella sua sincera veridicità. Ma non è questo motivo per biasimarla.

Ripresa la via del ritorno, in radio passano Cry Baby, nella potente interpretazione di Janis Joplin.

Alzo d’istinto il volume e rallento: mi piace e me la voglio gustare!

Cry baby (live in Toronto) – Janis Joplin

E dunque, ecco l’insolito: la scansione del tempo rallenta, si adegua alla mia necessità di riprendere fiato, di riprendere le redini dell’anima, troppo spesso accantonata per le questioni … urgenti.

La strada, ampia, fiancheggiata da larghi marciapiedi, alberati di recente, è sgombra di auto. Ho di fronte uno di quei magnifici tramonti timbrati Majella Madre, quelli in cui il Creatore versa l’azzurro, il rosso, il giallo e il bianco e con ampie spatolate li comincia a mescolare, non sulla tavolozza, ma direttamente sulla tela, a creare striature, scie, flutti, aloni e chiaroscuri che eccitano le creature del cielo in repentini volteggi e festosi cinguettii durante il rientro ai nidi.

Click!

Alcune persone attraggono la mia attenzione: fanno jogging, ma… è un velocissimo colpo d’occhio e del loro movimento resta un’istantanea di pose dinamiche. I due giovani in abbigliamento tecnico, nero ma con vistosi intarsi in colori fluo, incrociano, giusto all’altezza di un alberello, il signore che sta facendo una camminata veloce, in jeans, polo e scarpe comode. È lui che cede il passo scendendo in strada, ancora custode della rigida educazione d’un tempo e forse rassegnato alle noncuranze altrui.

Click!

Sull’altro marciapiedi un pastore tedesco ha le zampe anteriori posate sulle spalle della sua giovane umana e la testa china poggiata sul petto di lei, che lo abbraccia affettuosamente nonostante guardi altrove.

Che tenero!

Click!

Appena qualche metro dopo posso scorgere, dietro l’angolo un meticcio di taglia media, grassoccio, rossiccio, al guinzaglio ma non in tiro, con l’aria di chi “Uffa quante storie! Mica gli ho detto qualcosa a quel frignone di poliziotto! Fate quel che volete che c’ho solo voglia di torna’ alla cuccia, ariuffa!” e la rispettiva umana che si scusa con quell’altra che il suo è un cane tranquillo, non capisco, ma non è davvero mai successo prima, giuro!

Click!

Il grosso edificio, centro commerciale in pectore, ancora si chiede perché l’inaugurazione, già fissata e preparata, non sia mai stata festeggiata. Al suo interno, lo vedo da un varco aperto, sonnecchia il Piper PA28, ormai rassegnato a non esser più attrazione di alcun Grand Opening. Insieme al grande edificio, ormai non ci conta più e si sta lasciando andare.

Click!

Nell’agro, tenuto a modo dal contadino e il suo trattore, passano le giornate, ammirandosi vanitose, le tre nuove villette a schiera, uniche compagne di se stesse in mezzo alla terra-campagna. Belle ma nude: non hanno neanche un recinto che le vesta e credo dovrebbero averne pudore.

Click!

Furgoni, sul tetto della concessionaria, aspettano di esser necessari a qualche imprenditore, ma già sanno che l’esser scelti sarà solo frutto del caso.Creati con rigide sequenze in serie, finora tutti uguali e indistinguibili, avranno domani assai diversi tra loro, chi distinto ma triste servitore d’un’agenzia funebre, chi sporco soccorritore di altri mezzi in difficoltà, chi baldanzoso trasportatore di strumentazioni per concerti.

Presto un giro di chiave accenderà il loro destino e ognuno di essi non sarà più UN furgone in concessionaria, ma diventerà orgogliosamente IL furgone per qualcuno. A chi toccherà scaldare il motore per primo?

Click!

Non c’è la rabbia di JJ in questa frazione di vita.

C’è pace.

È così! Le cose vanno come devono andare.

Puoi sentirti potente e scoprire che qualcuno può più di te.

Puoi immaginarti affascinante e poi guardarti allo specchio.

Puoi sentirti prezioso e poi capire una mamma per il figlio.

Può sembrarti di amare e

È salvifico accettarlo, non è la fine del mondo, anzi….

Accettalo!

Starai meglio.

E, se vuoi,

piangi.

❣️

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1 Commento

  1. Strega 7 Agosto 2023

    ❤️

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