La ricordi?
Era davvero una figata!
Me l’aveva riportata mio cugino dalla Germania e insieme l’avevamo adattata alla Graziella. La ruota sembrava normale, come le altre, ma quel meccanismo nel tamburo, che quando giravi i pedali al contrario, quella frenava, era davvero una figata!
Poi s’è rotta.
Un po’ il dubbio ce l’avevo, ma ho preferito pensare che fosse stato davvero un incidente, o che fosse stato un qualcuno di sconosciuto, che non sapeva del suo valore. O qualcuno che non sapeva che fosse mia.
Da quella volta, lo sai quante volte? Si, molte di quelle volte le sai. Ma dimmi: ancora mi lasceresti supporre che fossero solo “casi”? Ancora mi diresti che se anche non fosse, non mi dovrei curar di loro?
Che poi, dico il vero, io molti neanche li conoscevo. Quelli che dicevano, quelli che giuravano, quelli che ci avrebbero scommesso, in molti io neanche li conoscevo.Io avrei voluto solo vivere la mia vita, semplice. Non è una colpa nascere “con la camicia”, non lo è l’aver “mani d’oro”. Ho abbassato gli occhi e ho cambiato strada quando me ne hanno fatto una colpa, come anche quella di essere vergognosamente bello.
Lo ricordi?
Mi parlavi di Omero. Io Achille, tu Ulisse.
Ah, mi fosse piaciuto come piaceva a te! Ma io l’ho visto il film, che è più facile, per uno come me, che leggere. E un po’ è vero che ci potevamo rivedere in quei personaggi, in alcune loro caratteristiche. E ci ho rivisto i nostri padri, chi in Priamo, chi in Agamennone.
Anche il padre di tutti quei “casi”, in Menelao, io ho rivisto. No, non sto dicendo che siano dei figli di p…. No, proprio sono figli di fasulli piangioni che pensano di aver la ragione nella forza e nella vendetta. Figli di padri senza coglioni.
Ma lasciamo perdere, va!
Le ricordi?
Le passeggiate ai Viali.
Che gli altri si divertivano a toccare il culo alle ragazze e noi che invece ce lo toccavano a noi il culo, le ragazze?
Che poi lei si incazzava. Ma io che ci potevo fare? Mica c’avevo scritto “Tocca qui”!
Che poi vuol dire che se si incazzava, io forse qualche dubbio glielo mettevo.
Bah. Avrei detto che fosse amore, sai? Volevo fare le cose per bene, sai?Oh!
Le ricordi le parole di quella canzone della Ferri?
Io le ho studiate bene, sai?
“Anche tu amore mio
Così certo e così bello
Anche tu diventerai
Come un vecchio ritornello
Che nessuno canta più”
Li ricordi?
I vostri bei matrimoni.
Tutti li ho fatti. Più di te, ne ho fatti.
Dopo anni che non mi chiamavate neanche ai compleanni, voi impegnati con le vostre nuove famiglie e io a cercar di farmene una, con ancora tutti i “casi” che m’inciampavano e mi tiravano mazzate. Per cosa mi chiamavate a fare ai vostri matrimoni, eh? Per far vedere a tutta la vostra nuova gente che stavo crollando, alla fine?
Qualcuno ha mai pensato ch’io fossi un Paride, incomprensibilmente amante d’amor sincero, sciaguratamente accecato dalla corrisposta passione per una donna non sua, e non un Achille bello ed invincibile per il solo volere degli dei?
E non credi sia beffardo che, per salvarmi, io sia riuscito a bermi il senno, condannandomi alla follia?
Le ricordi, le note?
Do-o-o-oRe-e-e-eMi-i-i-i
Dovremmo suonare di nuovo insieme.
Una nota per volta, che ne dici? Riusciremo a metterci su qualche parola? E farne una canzone?Io suono la chitarra.
Elettrica.
Me la son fatta prestare.
Ha tre corde.
No, ne ha di più, ma quelle più sottili, sai, fanno un suono che entra nei pensieri e …. li fa diventare brutti.
Ma quelle sono corde sottili.
Sono sottili e quando vedo che la nota sta entrando nei miei pensieri, tiro la corda e la strappo.Ma forse lo fanno solo con me. Tu che ne dici?
Tu, amico mio, fratello mio, tu eri Ettore e io, lo sai, si? Io ero Paride.
L’Achille ch’io ero, semideo, invincibile, forte, ha preferito essere un Paride, perso nella passione. Ho preferito perdermi e lasciar andare il mio senno, quello che mi sbatteva in faccia i “casi”, il senno che instillava dubbi su ciò che fosse vero: il mio o ciò che giuravano gli altri?
La mia Elena è la sola mia scommessa e lo so che era la scommessa vincente, ma ho visto bruciare Troia, intorno a me.
Hanno bruciato Troia pur di non darmi soddisfazione.
Così sono Paride, morto ma non nella carne.
Morto nel senno
Scomparso dalle scene.
Non più d’ingombro.
Ripudiato.
Libero.
Forse.