La solita Uich Nut Hellen, su Mastodon Elena Strega Nocciola, mi ha onorato chiedendomi un racconto scherzoso da leggere, insieme a Sir Pondo, durante un programma live su NoStream.
Quel che ne è venuto fuori, non è granché scherzoso, ma di certo non è neanche una cosa seria ed è da prendere solo ed esclusivamente come un racconto fantasioso.
Che quello scossone stesse per cambiare lo stato delle cose, a lui non dispiaceva affatto. Da troppo tempo era fermo, inattivo, e qualsiasi novità sarebbe stata meglio del nulla.
Anche la peggiore.
Il caso volle che a seguito del ruzzolone, si ritrovò proprio in piedi davanti a quella bellezza, anch’essa dritta, anzi solo leggermente appoggiata di fianco, che sfoggiava un’elegantissima mise in Aurolite sul viola, con eleganti particolari in oro cesellato con disegni simili alle colonne doriche.
Un po’ imbarazzato, ripassò mentalmente, non volendo abbassar lo sguardo, il suo aspetto: beh, dai! Il suo completo nero con riporti silver continuava ad avere la sua indubbia eleganza.
Ok, forse era il caso di presentarsi.
SIR-PARKER “Voglia scusare il mio arrivo così … roboante. Permetta di presentarmi. Io sono Parker. Piacere!”
UICH-AURORA “Eh già! Davvero rocambolesco, il suo arrivo! Piacere mio, sig. Parker. Io sono Aurora”
PARKER “Aurora! Bel nome 😊
E, di grazia, cosa ci fa in un posto così bizzarro, ancor più inopportuno di quello in cui ero riposto io, ormai da tanto tempo?”
AURORA “Oh, Parker! Triste sorte, quella di tutta la nostra specie.
…
Oh, sciagurata me! Accomunarmi a lei senza ancora conoscerci. Magari lei è stilo, mentre io sono una normalissima sfera! 🤦
PARKER “No, siamo della stessa specie. Anch’io sono sfera. E oserei dire menomale! Ché i nostri colleghi stilo hanno avuto peggior sorte della nostra da tempi ormai lontani! “
AURORA “Ah, si. Poverini, loro. Non è bastata la loro eleganza, neanche a sopperire la scarsa esperienza di cui erano invece esigenti. Figurarsi poi, con l’avvento dei computer! Credo si siano estinti 😞”
PARKER “No, lo so per certo: non sono estinti.
Esistono ancora mani capaci. Esistono ancora esteti che non sanno fare a meno dei ghirigori tipici delle stilo, dello spessore variabile del loro tratto.
Esistono menti che faticano a pilotar la mano imponendo pressione sul foglio , menti che vogliono lasciar prendere forma ai pensieri come se fossero leggiadri voli d’uccello, pronti a involarsi per raggiungere altre menti desiderose di bellezza.
Ma son davvero pochissimi, ormai! 😞”
AURORA “Uh, Signor! Meno male! Mi rincuora saper che a ‘sto mondo ci sia ancora qualcuno che brama bellezza 😊”
PARKER “Vero!
A proposito, devo dirle che lei è tutto, fuorché “normalissima”. Anzi, non vorrei sembrarle sfacciato se le dico che lei è davvero molto bella.”
AURORA (con aria smarrita) “Parker, non so che mi prende! Il primo istinto che ho avuto, è stato di trattarti male, scocciata di essere importunata dal primo che capita.
Ma c’è un’altra parte di me che mi dice di non farlo.”
PARKER “Tranquilla, cercherò di non esserle molesto. Le confesso che anche io, che solitamente sono riservato e discreto, ho detto quelle parole spinto da un profondo istinto che non ho saputo governare”
AURORA “Ad ogni modo ti ringrazio! Sei stato perfino terapeutico: avevo bisogno d’una voce amica, e anche di un apprezzamento gentile, lo confesso 😊”
PARKER “È un gran piacere sentire che mi considera amico.
Sa una cosa, Aurora? Credo che il suo turbamento e la mia sfacciataggine istintiva, abbiano a che fare con chi ci ha impugnato. Anzi, più precisamente, con le menti che guidavano le mani che ci hanno impugnato.
Io sono stato diretto sempre dalla stessa mente, e quella mente, ormai, è anche un po’ mia. A volte mi sembra di essermi intinto del suo carattere.
E lei? Anche lei ha avuto una sola mente, o ha cambiato diverse impugnature?”
AURORA “Sempre e solo una, femmina come me.
Però l’ultima impugnatura fu di un uomo. Mi rigirò, mi aprì, mi annusò, perfino. Ho sentito tanta gentilezza nel suo tocco, quasi amore. Eppure non m’ha mai usata.”
PARKER “Uhm. Traspare molta emozione, in ciò che dice. E della sua mente guida, non ha saputo più niente?”
AURORA “Purtroppo no e non ho neanche speranza di averne. Gli ultimi tempi lei era troppo agitata, molto più del solito.
Mi faceva riempire pagine e pagine di un diario con frasi spesso oscure, altre volte gaie e luminose. Passava da un eccesso all’altro.
L’ultima, però, fu perentoria, e ancora mi chiedo se fosse indirizzata a me.
Mi guidò sull’ultima riga di un foglio vuoto e scrisse “È ora di cambiare”. 😥”
PARKER “Angosciante, anche se non necessariamente negativa! La consapevolezza di qualcosa che finisce, però, deve essere accompagnata dalla fiducia riposta in qualcosa che inizia. “
AURORA “Oh, che bello. Non ci avevo pensato! Credi quindi che la mia mente guida abbia semplicemente voltato pagina? Dici che non voleva alludere alla mia sostituzione, o peggio, a un gesto estremo?
Magari! Dio voglia che sia così!”
PARKER “È molto importante, per restare lucidi e obbiettivi, rigettare le congetture e le ipotesi negative. Lei provi ad immaginare la sua mente guida realizzata e finalmente felice, da qualche parte.”
AURORA (nervosamente) “Ma certo che hai una bella faccia di bronzo a venirmi a dire cosa devo e non devo fare, senza sapere minimamente chi sono! 😤
…
Ops! Scusami, ti prego! Non avrei dovuto risponderti male!”
PARKER “Effettivamente ha un po’ esagerato. Proveremo col tempo a migliorare la nostra reciproca comunicazione.
Mi dica: come si firmava la sua mente guida?”
AURORA “Gennarina. Ma più spesso semplicemente Jenny. Quando la sua mente dirigeva solo “di testa” si firmava per esteso, ma quando l’input per la mano partiva dal cuore e poi passava per il cervello, lei era semplicemente Jenny. E a volte, soprattutto le ultime volte, la Y finale era ricamata a forma di cuore.”
PARKER “Jenny!?!?!
Il mondo è davvero piccolo!
Ora mi spiego questi istinti insoliti: io che le faccio complimenti, lei che si frena dal trattarmi male!
La mia mente guida è Edoardo, che a volte si firma Edo, credo le dica qualcosa, questo nome.”
AURORA: “Edo!….
Ho versato fiumi di inchiostro perché la mia Jenny scrivesse al tuo Edo!.”
PARKER “Anche io per Jenny.
Sai? Ho scritto per tutta una vita illegibili ricette e prescrizioni mediche, pareri richiesti da qualche collega, o talvolta richieste di consulto, ho scritto cartoline quand’era in viaggio, biglietti di auguri, firmato documenti e assegni, sempre con la massima scorrevolezza. A volte la sfera rischiava di surriscaldarsi.
Le parole scritte alla tua Jenny, invece, nascevano lente, sembravano esser partorite una ad una, ed ognuna di esse sembrava più spessa, importante.
Aurora, se vogliamo farci un’idea di cosa possa essere accaduto a Jenny e a Edo, potremmo cercare di ricordare ciò che abbiamo scritto per loro e raccontarcelo, così da conoscere la storia nella sua interezza. Altrimenti brancoliamo alla cieca!”
AURORA “Si, mi piace l’idea! 😊
Allora, la prima lettera a Edoardo la ricordo benissimo per un particolare strano: scelse il foglio da un quaderno per la musica, a dire il vero molto scomodo per la stesura di una lettera. Io non conoscevo bene quel tipo di righe, perché lei di solito con quelli usava la matita 5B.
Scrisse: “Signor Edoardo, la informo da subito che le sto scrivendo questa lettera in stato di vera e propria coercizione, esercitata a mio danno da famigliari e conoscenti, che affermano che è la miglior cosa ch’io possa fare. Non volendo deludere le loro attese, eccoli accontentati.
Dal momento che io non saprei come giovare di una eventuale corrispondenza con lei, ho pensato che possa esser lei ad aver bisogno di me. In cosa e come potrei aiutarla?
Passeranno giorni e anche minuti che mi vedranno molto impegnata, di certo non ad aspettare la sua risposta.
Proprio per questo, la saluto prontamente.
Gennarina
PS: mi dicono che sarebbe bene indicare un indirizzo al quale lei possa rispondere. Io non è che sono daccordo, ma chi li sente, questi? “
E seguiva l’indirizzo. Corretto “
PARKER “Ecco che mi spiego! Edo scrisse la risposta su un foglio di carta millimetrata, anch’essa scomoda per una missiva. Anni prima, quando lavorava come ingegnere meccanico, li usava spesso, ma su di essi disegnava sottilissimi tratti d’inchiostro con un tipo che si chiamava Rapido.
AURORA “Quindi Edo è un ingegnere?”
PARKER “Un tempo lo era.
Poi venne il tempo di fare i conti coi suoi rimorsi di padre esigente, forse troppo nei confronti d’un ragazzo che aveva difficoltà a rapportarsi con gli altri, che adorava esprimersi intrecciando fili di seta per creare giganteschi e fiabeschi arazzi, dilettarsi al suono dell’arpa, anziché uscire con gli amici.
Dopo la tragedia, lasciò il lavoro e si iscrisse a Psicologia e per me iniziarono anni di intenso lavoro.
Una volta, su un foglietto, scrisse “Il giunco si piega quand’è giovane, ma se avessi aperto il cuore e amato mio figlio, avrei capito che il giunco che vedevo era solo il riflesso della sua vera essenza: acqua! Pura, limpida e fresca acqua! “
AURORA: “Di che tragedia parli?”
PARKER “Scrissi la prima pagina del diario di Edo in quell’occasione. Scrissi:
“Solo.
Eccomi solo.
Avrò mai modo di comprendere la morte di chi ho amato?
Igor si è ricongiunto con sua madre, la mia amata Gaia, e io resto ancora qui, solo.
Dovrò chieder perdono per aver cercato un figlio per cui lei trovò la morte, prima ancora di vederlo e abbracciarlo?
Forse no, avendolo cercato insieme, “Per completarci” dicevamo.
È stata una mia colpa desiderare che lui diventasse forte e duro, che non temesse le insidie di questo mondo, e non capire che la sua vera forza era la tenerezza?
La giustizia umana punirà quei teppisti criminali che me l’han strappato via, infierendo su quell’angelo, ma la mia punizione sarà eterna, avendo negli occhi il suo ultimo sguardo, con cui pareva dirmi “Papà, mi so difendere, sarai orgoglioso di me!”.
Ma io so! Si, lo so che se non mi avesse visto arrivare avrebbe preferito scappare, anziché affrontarli.
Invece a scappare son stati loro, dopo avermelo strappato via per sempre.
Oh, Signore! Indicami la strada che tu mi hai riservato e io sopporterò qualunque pena, ma, ti prego, concedimi di riabbracciare Gaia e Igor! “
AURORA “Quindi Edo era vedovo e … Ops! Caspiterina! Non trovo il termine che indica chi ha perso un figlio 🤔.
Edo ha perso sia la moglie che il figlio? Povero! 😥
Tornando alle lettere. Credo che la risposta di Edo sia stata ben argomentata e acuta, a giudicare le successive parole di Jenny. Pareva aver abbassato subito la guardia. Scrisse:
“Non sempre la gente è disposta a salire sul mio pianetino, ad aprire gli occhi e vedere il mondo e tutto il suo brulicare di vite nello stesso mio modo. Che tutto è, fuorché omologato e scontato.
Io lo chiamo ” iocundo “, come Fratello Fuoco.
Mi sembra che lei sia candidato ad essere mio ospite su “iocundo”. Anzi, mi sembra che TU, sia la persona giusta, e ho il sentore che sarà una buona esperienza.
Mi impegnerò a rendere il mio mondo ordinato anche un po’ secondo le tue necessità, come mi hai garbatamente suggerito con l’uso di quel bizzarro foglio millimetrato. Credevi forse che non ne capissi il motivo?
Mettiamo le cose in chiaro: stai ben attento a non farti mai accompagnare su Iocundo dai tuoi colleghi in camice bianco o peggio ancora da quegli aguzzini addetti agli infermi, perché io non sono inferma e non ho bisogno dei loro intrugli farmaceutici!
Quelli continuano a chiamare il mio pianetino “schizofrenia”, ma, dimmi la verità, ti sembra un bel nome?
Dimmi: potrebbe un pesce vivere sull’erba d’un alpeggio di montagna? O potrebbe un aquila abitare un’isola del Pacifico?
O ti è mai capitato di vedere un bottone applicato su un collant? O una formula chimica tra le implorazioni di una preghiera?
Io, Gennarina, mi sento molto spesso come quel pesce, quell’aquila e tutte le altre cose in posti sbagliati. Ma non mi si venga a dire che sono io sbagliata, come non lo è neanche il posto.
Ah, dimenticavo! Che io sia bella, lo so, ma non sia questa la ragione della nostra frequentazione! Altrimenti ti sbatto fuori da Iocundo .
Ecco, te l’ho detto in modo molto chiaro.
Su Iocundo dovrebbe essere tutto chiaro, tutto sincero, tutto autentico. Se ti va bene, è così!
Dimmi: come si possono conoscere due anime, se i corpi ne filtrano la visione?
Tu mi capisci davvero se ti dico che su “iocundo” cerco Amore?
Dimmi la verità: hai subito pensato a un rapporto di coppia? O, come spero, l’hai inteso come “voler bene come o più che a se stessi ad ogni creatura”?
L’Amore “iocundo” non è dei corpi, non è dei sensi.
Sei pronto a questo?
PARKER “Edoardo provò a correggerla.
‘La ringrazio del suo invito. Iocundo deve essere davvero un bel posto, se è vero che è governato da buoni sentimenti.
Fa bene a cercare di selezionare le sue frequentazioni. Non sia però troppo categorica in questo: a volte, dietro l’apparente negatività di alcune persone o situazioni, si nascondono opportunità positive per noi. Non sempre ciò che percepiamo corrisponde alla realtà e dovremmo sforzarci di metterci nei panni dell’altro per valutare il suo punto di vista.
Voglio poi tranquillizzarla sull’argomento ‘aspetto fisico’: io di lei non ho neanche una foto, ne lei di me, quindi le nostre anime possono conoscersi senza filtri ‘visuali’.
Per finire, una considerazione sull’essere, o sentirsi, in posti sbagliati: come potrebbe un pesce trovarsi su un alpeggio? O tutte gli altri esempi da lei fatti? Non è da escludere in assoluto, ma sarebbe un caso eccezionale se non unico e se possibile sarebbero situazioni da correggere.
Se possibile, appunto.
Purtroppo non possiamo gestire tutto. Il mondo perfetto non esiste.
La miglior cosa che potremmo fare è riuscire ad accettare le situazioni che pur non piacendoci, sono fuori dal nostro controllo. Dobbiamo trovare il nostro equilibrio in questo bizzarro e a volte folle mondo.
AURORA “La mia Jenny non sopportava tanto i consigli. Mi ha fatto scrivere, più di una volta, frasi del tipo “Non sono qui ad aspettare di saper da te cosa fare e non fare” oppure “A volte sei come tutti gli altri, pronto a giudicare me”.
PARKER “Edo aveva l’abitudine di scrivere qualcosa sul diario, subito prima di rispondere a Jenny. Solitamente erano appunti clinici, valutazioni sugli argomenti da lei scelti. Per esempio ‘La sfera affettiva sembra includere solo i familiari a lei più vicina’ oppure ‘Il suo modo di esprimersi molto diretto, non sembra che sia da ricondurre a delirio’. Una volta scrisse ‘Lei ha teso una mano, anzi tutt’e due. Non riesce a dirlo esplicitamente, ma cerca aiuto.’
E poi le rispondeva.
Una volta scrisse ‘Nonostante la sua affettività sia molto compressa, si evince dai ragionamenti che ha un cuore d’oro che sarebbe un peccato lasciar inaridire dalla malattia’.
AURORA “Jenny trascorreva tanto tempo a scrivere a Edo. Più di una volta, strappava il foglio appena riempito e ricominciava da capo. Cancellava, aggiungeva, correggeva. Era come se prima scrivesse d’istinto, ma poi affinava quei rigidi concetti in cui si stava fissando. Una volta glielo scrisse: ‘Edo, con te è bello parlare, ops, scrivere. Ho messo in evidenza la tua frase, in cui mi consigli di mettermi nei panni dell’interlocutore che ho di fronte. Nella scrittura mi riesce abbastanza bene e tutte le volte che vorrei risponderti male, ho modo di rileggere, capire le tue parole e correggermi. La cosa mi riesce meno bene nei rapporti vis-a-vis. Per esempio con mia sorella: ogni volta è una lite perché … me le tira di bocca, le imprecazioni! Solo dopo mi accorgo che avrei potuto risponderle meglio.
Edo! Penso che tu mi stia facendo del bene. Sono troppo debole, o sfrontata, o melassosa, se ti dico che sento il bisogno di te?’ “
PARKER “Dopo tante lettere, e dopo tanti mesi, prima d’una risposta, scrisse sul diario ‘Anima di Jenny, hai di fronte a te l’anima di Edo. La riconosci?’
Credo che Edo stava finalmente aprendosi all’amore, come non faceva dai tempi di Gaia. Come non aveva saputo fare con Igor. A volte sul diario, senza apparente motivo, stilizzava la Y finale di Jenny, proprio a forma di cuore.
Ma scrisse anche “Non posso deluderla. Non posso lasciarmi andare a questa passione per lei. Perché di passione si tratta. O peggio ancora, qualcuno, malignamente, la chiamerebbe compassione.
Non posso farle capire che Amore, ora, è un’esclusva tra le nostre anime.’ “
AURORA “Non so se la mia Jenny stesse vivendo la stessa passione. Di certo era sempre più… serena.
Caro Parker, credo che non riusciremo a capire la sorte delle nostre menti guida, perché ad un certo punto la loro corrispondenza s’interruppe.
L’ultima accorata lettera di Jenny era praticamente un addio. Scrissi:
‘Edo, la furiosa tempesta s’abbatte su un’innocente primula!
Tre giorni fa la mia amata sorella è morta in uno stupido e sciagurato incidente.
Oh, amara me!
Sola.
Eccomi sola
Potrò mai comprendere la morte di chi amavo?
Chi sopporterà i miei sproloqui?
Chi terrà lontano i miei tormenti?
Chi sarà disposto a lasciarmi stare su Iocundo?
Per ora sono ospite di una zia, ma lei è stata chiara: non può occuparsi di me perché ha già la suocera con l’Alzheimer e sta uscendo pazza.
E poi dicono a me!
In settimana mi accoglieranno in un residence. Dicono sia bello e che mi ci troverò bene.
Spero che non sia specializzato in infermi.
Spero non abbiano camici bianchi.
Spero che le nostre anime possano ancora incontrarsi su questi fogli.
Se così non sarà, voglio farti sapere che sei e resterai sempre l’unico ad aver ottenuto la cittadinanza di Iocundo. E forse oltre a quella, hai ottenuto anche un po’ del mio cuore.
Grazie, Edo! ‘ “
Da allora non ho scritto più.
Sai, mi manca il tocco della sua impugnatura.”
PARKER “Ti capisco, a parte il senso di inutilità che ci opprime quando l’inchiostro secca sulla sfera, quello che manca è la carezza dell’impugnatura, lo scorrere dei pensieri…
Edo scrisse una sola altra lettera all’indirizzo di Jenny, ma il testo non era per lei. Scrissi: ‘Sono il terapista di lettera di Gennarina e credo di esserle anche buon amico, dopo anni di corrispondenza.
Vogliate cortesemente comunicarmi il suo nuovo domicilio, che dovrebbe essere una clinica o una RSA psichiatrica, volendo condividere gli aspetti clinici della mia assistita con i nuovi sanitari che l’hanno in cura. Grazie’
Poi, dopo qualche tempo, Edo iniziò una fitta corrispondenza con qualcuno dei servizi sociali e successivamente con il giudice tutelare di una certa Giuditta, chiedendone l’affido fiduciario.
AURORA “Giuditta?!?
Ma sai che qualche volta Jenny si firmava Giuditta?
Uhmmm! La cosa non mi è chiara.”
PARKER “Jenny, Gennarina, Giuditta… Ma sai che la cosa potrebbe invece avere un senso?
Prova a pensare: Edo in cerca di Jenny perde molto tempo, perché in realtà la tua mente si chiama Giuditta, non Gennarina!”
AURORA: “Uh signur!!! Che nomi! Non bastava Gennarina, ora anche Giuditta!?!
E io che pensavo fosse uno pseudonimo scherzoso”
PARKER: “Ma prova a pensare se Edo fosse riuscito a….
(PARKER VIENE PRESO DA UNA MANO E SALUTA FRETTOLOSAMENTE AURORA)
Oh per tutte le sfere!!!!
Aurora! Mi stanno impugnando! Mi portano via!
È stato bellissimo conoscerti! Addio!!!
(PARKER È ORA IMPUGNATO DA JENNY, QUINDI PARLA SIR)
PARKER ‘Caro Edo, permettimi di usare la tua Parker: spero possa farmi esprimere con i tuoi modi rassicuranti e comprensivi.
Grazie per avermi salvato da quell’orribile posto in cui mi avevano imprigionata. Sono stati mesi in cui sentivo di impazzire, davvero come volevano loro. Fortunatamente ho trovato li alcuni amici che son stati felici di conoscere il mio Iocundo.
Anche alcuni di essi avevano un personale pianetino, ognuno creato a proprio modo e con soecifiche regole, ma il mio credo che fosse davvero il migliore di tutti, anche perché li aleggiava ancora la tua presenza.
Mi piace la tua idea di integrare la vita di tutti i giorni, quella vissuta faccia a faccia, con lo scambio di corrispondenza tra noi, come ai vecchi tempi.
Avrò così modo di rileggere ciò che ho scritto, guardarti in silenzio, e decidere se correggere.
Aspetto con curiosità, e anche trepidazione, lo confesso, la tua risposta.
Tua …
Ecco, ti prego, non chiedermi di firmarmi col mio nome. Quello è ormai di una persona che non c’è più.
Io ora sono la
Tua Jenny’
(AURORA SCRIVE IMPUGNATA DA EDO, QUINDI LEGGE UICH)
AURORA: ‘Ciao, Jenny.
Grazie per avermi scritto di te.
Leggerti in inchiostro nero mi confonde, così come mi sembra strano scriverti col tuo solito rosso.
Che poi così tanto solito non è.
Proprio come te.
Proprio come noi, direi.
Noi siamo la prova che la regola del tuo Iocundo vince su tutto.
Noi siamo la prova che l’Amore è terapia. Noi siamo la prova che l’Amore è salvezza.
Noi ci salveremo.
Tuo Edo!
PS: ma lo sai che la tua Aurora è davvero una bellissima penna!
Proprio come te!
FINE
pondolo 16 Ottobre 2024
…e bravo Almond !!
bella Favoletta.
Almond 16 Ottobre 2024 — Autore articolo
Grazie Sir!
Non vedo l’ora di ascoltarvi 😊